In questo articolo voglio parlarti di come vendere la tua auto cercando di evitare (il più possibile) le truffe in agguato. Molto spesso infatti ci si trova impreparati di fronte alla varietà di truffe che si celano nel web.
Se hai deciso di vendere la tua auto usata, sicuramente hai pensato di inserire degli annunci online su siti specializzati. Bene. Hai fatto le foto dell’auto, creato una descrizione il più possibile precisa del veicolo e inserito un prezzo di vendita che ritieni giusto. A questo punto si tratta solo di aspettare che arrivino richieste dai “navigatori del web”.
Ti arriveranno email e telefonate di persone di tutti i tipi: Gli affaristi che ti offriranno la metà di quanto hai richiesto, gli indecisi che ti faranno solo perdere tempo senza arrivare mai alla conclusione e chi si mostra realmente interessato e vuol concludere l’acquisto.
A questo punto, una volta messisi d’accordo sulla a cifra non si deve far altro che procedere alla vendita vera e propria e procedere al passaggio di proprietà, come abbiamo visto nell’articolo precedente. Ma siamo sicuri che non siamo oggetto di truffa?? Oggi sul web ne esistono di svariati tipi e alcune sono ben congegnate, quindi bisogna fare molta attenzione e procedere con cautela, soprattutto se l’acquirente non è un concessionario o un rivenditore certificato con una sede fisica. Analizziamo alcune truffe tipiche:
La truffa della Costa d’Avorio
Ricevi una email da un fantomatico funzionario che risiede in Costa d’Avorio. Dice che per lavoro dovrà trasferirsi in Italia a breve e che quindi ha bisogno di acquistare subito una macchina come la tua. Per questo senza nemmeno aver mai visto la tua auto, ti chiede da subito il codice IBAN e SWIFT del tuo conto corrente per poter effettuare il bonifico e acquistarla. Se questo comportamento non ti sembra strano cadi nella trappola e fornisci al fantomatico acquirente i dati del tuo conto. Forse credi che dopotutto non può fare niente di male con il tuo semplice IBAN e speri che ti faccia davvero il bonifico. Dopo qualche giorno ti contatta via email un sedicente funzionario del GIABA, un organo intergovernativo realmente esistente che contrasta il riciclaggio di denaro. Ti comunicherà che sono in corso accertamenti sulla transazione e ti chiederà conferma della vendita. Questo per farti credere che realmente sono in corso controlli sulla transazione e tentare di rassicurarti e convincerti che otterrai i soldi.
Adesso che hai abboccato ti chiedono soldi
Successivamente ti arriverà una seconda email della Direzione Generale delle Imposte, della Costa d’Avorio, simile alla precedente, che questa volta ti confermerà che è stato effettuato il bonifico a tuo favore dell’importo richiesto per la vendita, ma che per sbolccare il bonifico dall’estero ti chiederanno di versare in un conto apposito il 7,5% del valore dell’auto. Dicendoti che l’importo ti verrà restituito una volta che la transazione sarà completata.
Dopo qualche giorno può arrivarti una seconda richiesta da un altro ufficio governativo l’U.M.O.A. (Union Monetaire Ouest Africaine), che ti chiederà di versare una tassa del 10% relativa al cambio di valuta, anche questa riottenibile dopo l’arrivo del bonifico. Ovviamente anche in questo caso si tratta del medesimo truffatore, che non ci restituirà un bel niente!
Perchè ci si casca
Può sembrare strano ma c’è qualcuno che ci casca, anche perchè di solito questi truffatori prendono di mira auto che valgono sui 3-4000 €, quindi si tratta di truffe di poche centinaia di Euro. Inoltre tutto è architettato bene, con intestazioni dei vari enti ben fatte e comunicazioni che sembrano davvero ufficiali. Quindi i venditori, allettati dalla prospettiva di vendere l’auto a volte decidono di correre il rischio.
Assegno circolare falso
Questa è una truffa sempre più diffusa. Soprattutto se hai deciso di mettere in vendita un’auto molto costosa puoi incappare nella truffa dell’assegno circolare falso.
La dinamica è semplice, ma portata avanti molto bene, tanto che molti ci cascano. Si procede alla vendita dell’auto dopo una breve trattativa con un acquirente (di solito una persona distinta e ben vestita) ti paga con un assegno circolare all’apparenza perfetto, esaminato in controluce presenta perfino la filigrana. Quindi rassicurato da tutto questo procedi ignaro a firmare il passaggio di proprietà e ad incassare l’assegno in banca. Dopo qualche giorno però arriva l’amara sorpresa, ti chiama la tua banca dicendoti che l’assegno è stato rifiutato perchè contraffatto. Preso dal panico corri quindi a fare una visura al P.R.A. e ti accorgi che la tua ex auto è stata radiata per esportazione e si trova ormai all’estero. Non puoi fare più nulla, anche perchè l’acquirente è sparito e ha il telefono spento.
Perchè ci si casca
Questo tipo di truffa è molto subdola perchè il truffatore ricorre spesso a frasi tipo: “oggi bisogna stare attenti a chi si vende la macchina”, o cose del genere. Inoltre ultimamente la qualità degli assegni è davvero altissima e a meno che non li verifichi sono impossibili da riconoscere.
Azienda fantasma
Questa truffa molto elaborata è simile a quella precedente ma con un’ulteriore grado di raffinatezza. La truffa è studiata per aggirare i sospetti del venditore meno sprovveduto.
come si svolge la truffa
Tutto funziona come descritto nell’esempio precedente, ma questa volta il truffatore si presenta con una carta d’identità della quale ti lascerà anche una copia, e dice di essere titolare di un’azienda della quale fornisce tipologia e indirizzo, magari in un bar e davanti a un aperitivo. Ma c’è da fidarsi? Chissà. Però, a scanso di equivoci, ti rechi alla Camera di Commercio e chiedi la copia di un certificato d’iscrizione dell’azienda del tuo acquirente. La società risulta regolarmente iscritta, e di conseguenza c’è anche il certificato. Tutto a posto: ora hai una garanzia in più, perché un’attività è qualcosa di più concreto di una singola persona che può sparire all’improvviso senza lasciare tracce. Fiducioso, concludi l’affare, ma anche in questo caso l’esito sarà lo stesso: l’assegno circolare è falso.
Aiuto! cosa faccio adesso?
A questo punto, forte del tuo certificato della Camera di Commercio e della carta d’identità (sui documenti gli indirizzi corrispondono), raggiungi l’azienda dell’acquirente. Scoprirai però che all’indirizzo, non c’è nessuna azienda, nemmeno un edificio! Soltanto un terreno e prati. Come è possibile? l’abile truffatore, come scoprirai poi è un nomade, che ha sfruttato una legge che consente a chi è senza fissa dimora di ottenere comunque un domicilio. I comuni, di fronte a queste richieste, rilasciano un domicilio in una via convenzionale. Ottenuta la residenza, il truffatore può andare alla Camera di Commercio e aprire un’azienda che risulterà regolarmente in attività, con un indirizzo corrispondente a quello del truffatore, che può anche essere una zona rurale o qualsiasi altra area comunale anche completamente priva di strutture ed edifici (i controlli sono a campione). Denunciata la truffa ai Carabinieri scoprirai, come nel caso precedente, che la tua vettura ormai si trova all’estero priva di targhe ed è finita in Germania, dove è stata regolarmente acquistata da un ignaro cittadino tedesco. Riaverla non è più possibile, poiché le indagini accerteranno che l’acquirente non ha commesso alcun reato: Ha pagato il veicolo senza sospettare nulla, quindi l’auto non gli può essere sottratta.
Consigli utili
Per evitare truffe come quelle descritte, in tutte le loro varianti, c’è un solo metodo. Verificare il pagamento. Come metodo di pagamento innanzitutto pretendi solo un assegno circolare. Poi però dei accertarti che sia “buono”. Controllare l’assegno in sicurezza è semplice. Basta chiamare la propria banca (o andare di persona insieme all’acquirente), fornire il numero dell’assegno o la fotocopia, la banca emittente, il nome di chi lo ha emesso e il nome dell’intestatario. Nel giro di pochissimi minuti il funzionario della tua banca sarà in grado di chiamare la banca che ha emesso l’assegno e richiedere il “benefondi” dell’assegno, cioè la sua veridicità.
Se l’acquirente della tua auto opporrà resistenza di fronte a questa semplice verifica (per esempio, prendendo tempo e adducendo inesistenti motivi di privacy) puoi stare certo che la sua intenzione era di truffarti. Fagli leggere questa nota del Garante della Privacy. Molto probabilmente sparirà, e tu avrai appena scoperto un truffatore e salvato la tua auto.
Un consiglio generale è di rivolgersi per la vendita della propria auto, quando è possibile ad un rivenditore o un concessionario. Affidarsi ad un professionista da sicuramente maggiori garanzie rispetto all’incognita di un annuncio, in quanto puoi accertarti della serietà in base alle recensioni google o alla conoscenza diretta, se si tratta di un professionista della tua zona. Di solito il professionista ti offrirà una valutazione leggermente inferiore a quella che potresti ottenere da una vendita a privati, perchè poi dovrà rivendere l’auto, ma oltre ad offrirti maggiore sicurezza ed affidabilità, ti evita di rilasciare la garanzia all’acquirente, cosa che invece è obbligatoria se vendi l’auto ad un privato. Di questo aspetto parleremo però nel prossimo articolo.
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